Perché l’endodonzia resiste meglio di altre branche alla crisi economica.

Perché l’endodonzia resiste meglio di altre branche alla crisi economica.

Ricordo che quanto cominciai a praticare questa professione mio padre, anche Lui dentista, mi diceva: questa professione ormai è distrutta quando io ho cominciato non c’era tanta burocrazia, ora ti costringono anche a fare la dichiarazione dei redditi.
Si! È proprio così una volta il dentista dichiarava quanto guadagnava all’anno notificando una cifra non controllabile, insomma dichiarata sulla fiducia. Questo perchè cento anni fa la parola data valeva come un atto scritto, come diceva ancora mio padre, una stretta di mano era un atto ufficiale a cui solo un delinquente sarebbe venuto meno. Oggi sembra incredibile, purtroppo le cose sono leggermente cambiate e grossa parte dei problemi che stiamo vivendo a mio avviso sono dovuti a questa progressiva diseducazione e mancanza di etica che soprattutto la nostra generazione ha vissuto in prima persona.
A parte queste divagazioni socio culturali riportavo la frase di mio padre per dimostrare che ci sono dei luoghi comuni a cui tutti noi sottostiamo e uno dei più comuni è “che le cose cambiano, ma sempre in peggio”.
Forse una delle cose positive dei nostri tempi è esplicitazione dei dati, oggi è quasi impossibile fare delle affermazioni serie senza avvallo di dati statistici parlare per sentito dire, ingigantire i problemi e vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto è uno degli sport purtroppo ancora ampiamente praticato dai i nostri colleghi.
A tal proposito vi invito a leggere un interessante studio fatto di recente da EDRA dal titolo Odontoiatria 2.0 rivoluzione per aggiornamento e comunicazione con “odontoiatria 33”per quanto riguarda i dentisti e “Dica 33” per i cittadini da cui possiamo estrapolare dei dati statistici molto interessanti.
Ad esempio, da questa indagine risulta che non sia vero che tutti i nostri pazienti stanno riversandosi nei centri Low cost o all’estero, ancora l’ 89,9 % si reca presso un dentista che ha uno studio monoprofessionale e solo il 6,2% si reca presso grosse strutture il 2,7 presso Asl –Ospedali e solo 1,1 % si reca all’estero per le cure odontoiatriche. Quanto ci hanno spaventato con queste cure all’estero sembrava che interi treni di italiani si recassero oltre confine per le cure in altri paesi.
Molto spesso queste cause vengono gonfiate e utilizzate a fini politici o elettorali e non hanno nessun fondamento, è un vecchio trucchetto utilizzato da tempi immemorabili da tutti i politici.
Quindi da questi dati si capisce chiaramente che se c’è un calo dei guadagni non è certo dovuto alle cura all’estero né ai centri low cost ma alla crisi economica che sta erodendo anche i risparmi della alta e media borghesia che sono la spina dorsale del nostro paese.
Non va sottovalutato però il fattore paura, molte persone pur avendo disponibilità economica non spendono per paura di quello che potrebbe succedere in futuro ,percepiscono i loro risparmi a rischio, quello in cui avevano investito galleggia sulle sabbie mobili, la borsa, i titoli di stato non sono più un rifugio sicuro, perfino il mattone che per decenni è stato il bene rifugio degli italiani è compromesso e poi c’è la patrimoniale sugli immobili che, anche se mascherata sotto diversi nomi, è una realtà.
Altri dati interessanti che si possono leggere in questo studio riguardano le motivazioni che portano il paziente dal dentista. A parte un 34,9% che fa controlli regolari e un 28,5% che fa le sedute di igiene esiste un 37,5 % che va solo dal dentista quando il dente fa male.
Un’altra realtà che constatiamo tutti i giorni è l’interruzione del nostro piano di trattamento, il paziente vuole risolvere il problema dolore e poi o non protesizza l’elemento trattato o nel caso dell’estrazione non lo sostituisce con un impianto. Si percepisce chiaramente che ha preso tempo anche con il problema del dolore sperando che passasse, ma poi costretto si è dovuto rivolgere a Voi , ancora il suo dentista di fiducia, pochissimi miei pazienti per risparmiare si sono rivolti a centri low cost e in quei rari casi prima o poi sono sempre tornati con la coda tra le gambe.
A dimostrazione che il rapporto di fiducia è ancora fondamentale per il paziente lo possiamo evincere dai dati , sempre di “Odontoiatria 2.0”, che ci dicono che la scelta del dentista avviene nell’80,4% attraverso un rapporto di fiducia consigliato da parenti o amici o perché è l’odontoiatra di famiglia, solo il 2,4% tramite pubblicità, il 3,1% internet, 11,8% in base al prezzo e il 2,4% perché convenzionato.
Da tutto questo si possono ricavare due conclusioni importanti la prima è che in questi tempi di crisi i campi dell’odontoiatria che potranno resistere sono la conservativa e l’endodonzia , purtroppo in passato queste branche, proprio perché meno remunerative, sono state un po’ trascurate in favore della protesi gli impianti e la parodontologia, ma ora il paziente è teso a fare solo quello che è strettamente necessario e le cure odontoiatriche purtroppo sono vissute da molti come delle cure cosmetiche e quindi se manca un dente specie nei settori posteriori non è un grosso problema , solo se il mal di denti non fa dormire la notte diventa un problema pressante e quindi una priorità da risolvere al più presto.
L’altra conclusione interessa il modo in cui comunicare con il paziente, i canali della comunicazione sono cambiati, i paziente vogliono sempre più essere informati su le cure che pratichiamo anche se solo il 3.1% sceglie il proprio dentista su internet questo non vuol dire che non usi questo mezzo per informarsi sulle cure e sul vostro lavoro. Sappiamo tutti che questo dato è destinato a crescere in futuro e quindi dobbiamo prepararci adeguatamente spiegando ai paziente la qualità delle nostre cure e curando anche la qualità del messaggio attraverso un vostro sito o i social network e non attraverso sguaiate e poco professionali pubblicità nei supermercati e sugli autobus, ma ancora attraverso un rapporto diretto con il paziente e  soprattutto con la vostra professionalità che il paziente percepisce chiaramente al di là di qualsiasi apparenza.

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